Stile da concept-car, contenuti da ammiraglia. E il piacere di guida è assicurato anche con il motore turbodiesel da 200 CV. La 5 porte sportiva coreana va scelta con il cuore ma la si acquista perché convince anche quando a parlare sono i numeri
Il segreto è sceglierla in un colore poco appariscente, grigio scuro o blu notte metallizzato: susciterete ancora maggiore curiosità tra quegli automobilisti che credono di sapere tutto. Mentre il bianco o il rosso metallizzato ve li consigliamo se vorrete farvi notare nel parcheggio del golf club o al circolo velico. O alla partenza delle funivie, alla base del Diavolezza, uno degli ultimi avanposti dello sci alpino. La Stinger è un’auto che fa discutere, che fa parlare di sé e farà parlare di voi. Perché è una scelta non scontata nel panorama rarefatto del segmento E, dove ormai si cimentano quasi esclusivamente i marchi di prestigio, tedeschi o giapponesi che siano. Ma soprattutto perché rappresenta un’opzione non banale, che merita di essere ragionata. E se la GT 3.3 V6 biturbo benzina la si sceglie con il cuore (o con il piede destro, che parlando di auto sportive è più o meno la stessa cosa), questa turbodiesel 4 cilindri di 2,2 litri da 200 CV rientra già più nel filone delle vetture da lavoro, quelle che decidi di comprare (o di prendere a noleggio) dopo ardui calcoli su valore residuo e TCO (il Total Cost of Ownership, croce e delizia dei fleet manager e realistico indicatore delle spese effettive che comporta la proprietà o il possesso di un certo modello di auto).
Che la Stinger sia la Kia che non c’era mai stata e che non ti saresti aspettato è vero fino a un certo punto, giacché il prototipo Concept GT apparso al Salone di Francoforte del 2011 è sostanzialmente analogo alla vettura di serie che stiamo provando. Voluta da Peter Schreyer, allora numero 1 del design di Kia e oggi Presidente della Casa coreana (uno dei tre presidenti, in realtà), disegnata da Gregory Guillaume, capo del centro stile europeo, riprende gran parte degli stilemi della concept-car già citata e somiglia non poco all’Audi A7 Sportback: chissà se questo ha qualcosa a che fare con il fatto che Schreyer ha lavorato a lungo a Ingolstadt. In realtà Stinger e A7 hanno in comune il portellone posteriore, l’impostazione rasoterra, il cambio automatico a 8 marce e la trazione integrale per le versioni al vertice della gamma. Ma nel confronto, la Kia mostra una personalità dominante, con il suo profilo quasi da prototipo, con le sue forme accattivanti, insolite, acchiappasguardi. Certo, è più facile disegnare una berlina da 5 metri di lunghezza (o quasi, la Stinger si ferma a 483 cm) che una city-car da 3 metri e mezzo, ma qui siamo a livelli di accademia del design: vero che il passo di 291 cm aiuta sia a ricavare un abitacolo spazioso e confortevole sia a piazzare il motore dietro l’asse anteriore per meglio bilanciare la vettura e per migliorarne la dinamica di marcia (fu la Dodge Viper una delle prime auto a mettere il motore longitudinale dietro le ruote anteriori per migliorare l’handling), ma poi bisogna essere bravi a trovare un ideale equilibrio complessivo tra forma e sostanza, tra stile e prestazioni, tra comfort e agilità, tra personalità e originalità.
E tutto (o quasi) si può dire della Stinger tranne che sia stravagante. È inconsueta, o meglio, è inconsueto vedere un’auto del genere con il marchio Kia sul frontale e sul portellone. Tuttavia, convivendoci qualche settimana, scopri che è razionale, ben fatta, confortevole, esclusiva, ricca quanto a dotazioni e finiture. E qui la filiale italiana ha fatto la sua parte, decidendo di commercializzare la Stinger solo nell’allestimento GT Line con il 2,2 litri turbodiesel da 200 CV e nella variante GT con il 3,3 litri biturbo benzina a 6 cilindri. Con il concetto, in entrambi i casi, del tutto di serie che ammette una sola eccezione: non la vernice metallizzata, che è standard, bensì il tetto apribile (1000 euro tondi tondi). Il motivo è presto detto: la sua superficie scura crea uno stacco molto vistoso rispetto alla carrozzeria, se questa viene scelta in tinte chiare o per lo meno contrastanti, come il bianco o il rosso metallizzato. E quindi è questione di gusti, da lasciare alla libera scelta del cliente, più per un fatto puramente estetico che per l’effettiva necessità di un accesso diretto alla volta celeste nei viaggi notturni.
Una volta a bordo l’effetto è quello di trovarsi seduti su una supercar: seduta bassa, tunnel alto, bocchette di aerazione centrali che sembrano sculture, selettore del cambio automatico corto che da solo è un oggetto di industrial design, levette e cursori messi lì, su consolle e tunnel, per deliziare guidatore e passeggeri. E a noi è piaciuta anche la decisione di optare per soluzioni quasi tradizionali per il quadro strumenti, con quattro indicatori analogici e il solo computer di viaggio digitale su schermo TFT, e per i comandi sulla consolle, tattili quando il “mood” dei marchi che vanno per la maggiore è quello di utilizzare comandi a sfioramento sui monitor.
Lusso fa poi rima con praticità: così la Stinger GT Line propone i sedili anteriori (ben profilati) ventilati e riscaldabili oltre al divano posteriore (dotato di sedute e schienali piuttosto piatti) “termico” con bocchette di ventilazione indipendenti. Si viaggia comodi in quattro; l’eventuale quinto ospite deve misurarsi con il tunnel di trasmissione pronunciato. E il bagagliaio non delude: è capiente e ben sagomato. Peccato non siano previsti gli anelli fermacarico o qualche sistema di ancoraggio per gli oggetti trasportati.
Su strada la Stinger AWD è tutta da godere: per la bella risposta dello sterzo, preciso e progressivo come richiede un’auto sportiva nello stile e anche nella sostanza, per l’efficacia del retrotreno multilink e per l’intelligente gestione del sistema 4×4, che si comporta da trazione posteriore finché c’è aderenza, mettendo in azione le ruote anteriori solo proprio quando è necessario. Il motore è silenzioso e l’assorbimento delle sospensioni soddisfacente. Quando poi ci si vuol rilassare, la Stinger mette a disposizione il cruise control adattivo con funzione Stop&Go, il sistema di mantenimento della corsia di marcia e i vari ausilii alla guida come la frenata automatica d’emergenza, l’avviso stanchezza guidatore e l’avviso traffico posteriore. Non sarà guida autonoma ma poco ci manca.
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