Punta sull’ibrido ricaricabile la Casa svedese, senza scendere a compromessi con le prestazioni: la sua power-unit esprime complessivamente 392 CV e promette consumi irrisori grazie all’efficienza del sistema motopropulsivo. Finiture e comfort ai massimi livelli, stile irreprensibile, qualità al vertici assoluti
Il futuro è verde. Ibrido o elettrico, per lo meno. Lo ha detto il numero 1 di Volvo Cars AB l’anno scorso e il processo evolutivo della Casa svedese in tema di gruppi motopropulsori è ben avviato, al punto che già oggi sono a listino quattro varianti T8 ibride plug-in con motore turbobenzina da 2 litri di cilindrata (per S90, V90, XC90 e la “nostra” XC60) e sono in arrivo le XC40, S60 e V60 dotate una motorizzazione tecnicamente analoga, in attesa dei modelli ad alimentazione esclusivamente elettrica.
La XC60 T8, chiamiamola così per semplicità, rappresenta una sorta di uovo di Colombo per quanti necessitano di una vettura da impiegare in contesti urbani durante la settimana e al tempo stesso di un mezzo con cui affrontare percorsi a medio e lungo raggio nei week-end e nei periodi di vacanza. Ideale quindi per muoversi senza difficoltà (e senza subire i balzelli legati al transito nei centri storici chiusi al traffico per i veicoli termici) nelle grandi città, coprendo percorrenze limitate per lo più in modalità elettrica (il tipico percorso casa-lavoro, con eventuali deviazioni verso scuola-palestra-aperitivo), ricaricando le batterie di trazione nel box della propria abitazione, di notte, e/o nel posto auto aziendale, di giorno, e per affrontare senza difficoltà e senza la cosiddetta “ansia da autonomia” lunghi percorsi autostradali, potendo contare in questo caso su un motore molto efficiente, il 4 cilindri turbo di 2 litri, accreditato di 303 CV che, supportati dall’unità elettrica alimentata da batterie agli ioni di litio da 10,4 kW/h, diventano ben 392 CV quando è attiva l’intera power-unit. Con 70 litri di benzina nel serbatoio e contando sull’ottimo lavoro combinato dei due motori si possono comunque percorrere 900 km in modalità tradizionale, mentre selezionando la posizione Pure sull’apposito comando la vettura procede solo con la spinta fornita dal motore elettrico che, a batterie completamente cariche, adottando una guida molto rilassata, limitando al minimo il ricorso a climatizzatore e riscaldamento e contando su una temperatura esterna favorevole, garantisce un’autonomia di 50 km circa, cui corrispondono 40 km effettivi considerando l’oggettiva difficoltà di riprodurre, nel traffico, le condizioni ideali in cui avvengono le misurazioni del ciclo NEDC. Sia ben chiaro: la T8 non rappresenta neppure lontanamente una ragionevole alternativa alle D4 e D5 per quella clientela che percorre più di 30-40mila chilometri all’anno in autostrada. In queste condizioni, le unità motrici diesel più evolute, come il 4 cilindri 2 litri della Volvo, sono ancora insuperate quanto a efficienza complessiva. E anche rispetto alle T5 e T6 a benzina la differenza nel prezzo di listino (18.350 euro confrontando gli allestimenti Business delle varianti T5 e T8 AWD) è tale per cui un ipotetico break-even-point è difficilmente immaginabile. La preferenza per la T8 AWD si traduce quindi in acquisto quando prevalgono valutazioni soggettive: il piacere di contribuire personalmente al miglioramento della qualità dell’aria che respiriamo, il silenzio che pervade l’abitacolo quando si procede in modalità elettrica, il desiderio di trasmettere anche agli altri il nostro senso di responsabilità civica nel ridurre l’impatto ambientale dei nostri spostamenti. Va da sé che, se la nostra attività professionale è connessa in qualche modo con le fonti energetiche rinnovabili, il rispetto del territorio e più in generale l’economia green, a questo punto la scelta della Volvo ibrida plug-in oltre a essere coerente è quasi obbligatoria.
Premesso che dentro e fuori la T8 è sostanzialmente identica alle versioni termiche della XC60 (si distingue solo per le scritte di identificazione e per il doppio sportellino di rifornimento, uno dedicato alla presa elettrica) e che pertanto le decantate doti di qualità, sicurezza, comfort e cura nei minimi dettagli si ritrovano tali e quali anche sulla ibrida plug-in protagonista di questa prova, va osservato che qui la comodità fornita dai sedili anatomici (perfetti per contenimento laterale e sostegno alla colonna vertebrale) si sposa perfettamente con il magico silenzio nel quale ci si ritrova immersi. Al di là delle buone doti di insonorizzazione della vettura e del momentaneo sconcerto che si prova nel non percepire alcunché dopo aver avviato la power-unit ibrida ruotando la deliziosa manopolina sul tunnel centrale, la XC60 T8 AWD si rivela ben presto una perfetta compagna di viaggio tanto nel commuting urbano quanto nel traffico autostradale.
La visibilità è perfetta e, in retromarcia, ci si avvale della telecamera con visione in pianta a 360 gradi per controllare tutto ciò che ci circonda. In tangenziale, una volta arrivato il sistema di guida assistita Pilot Assist, si può procedere in totale relax lasciando all’auto il compito di mantenere la velocità impostata e la corsia di marcia, rallentare se il cruise control adattivo lo richiede a seguito dell’avvicinarsi della vettura che precede, ripristinare l’andatura iniziale, ripartire da fermo nella marcia in colonna. Quando la strada davanti a lei è libera la XC60 T8 può scatenare tutta la sua potenza, che raggiunge i 392 CV, un valore record per il suo segmento di mercato. Laddove non ci sono limiti di velocità può procedere a 230 km/h, autolimitati elettronicamente, mentre se occorre uno spunto imperioso da fermo, magari per far ricredere al vicino di semaforo riguardo la bontà dei motori ibridi plug-in, la Volvo può archiviare la pratica dello 0-100 km/h in soli 5,3 secondi, risultando la più scattante delle XC60, turbobenzina compese (5,9 secondi per la migliore rivale della gamma, la T6 AWD da 310 CV), nonostante il sovrappeso che grava sulla T8 per via del motore elettrico e delle batterie di trazione (da 2139 kg per la T8 contro 1870 kg della D4 AWD Geartronic turbodiesel e 1764 kg della D4 Business con cambio manuale e trazione solo anteriore).
Certo è che, rispetto alle ideali rivali della gamma Lexus, la Volvo si distingue soprattutto per l’enfasi posta sulle prestazioni, rispetto all’attenzione per i consumi che caratterizza il progetto delle full-hybrid NX300h e RX450h, mentre la più esclusiva Range Rover Sport PHEV (il cui listino parte da 90.200 euro, più o meno il prezzo della “nostra” R-design superaccessoriata) da 404 CV, pur di poco più leggera (2083 kg), sconta sia una minore efficienza (2,9 litri ogni 100 km contro 2,1 nel ciclo NEDC) sia una minor brillantezza (0-100 km/h in 5,9 secondi e 220 km/h). Quanto ai tempi di carica, la Volvo dichiara per la XC60 T8 3 ore per colonnine da 16A, 4 ore da 10A e 7 ore da 6A.
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