Affinata nei dettagli e nelle finiture, la 4×4 del Sol Levante è soprattutto confortevole e spaziosa, complice anche un comportamento dinamico piuttosto turistico accentuato dal cambio a variazione continua. Ricca la dotazione di sicurezza, ottima la motricità su fango e neve
Ha annunciato l’abbandono dei motori diesel, dopo che solo pochi anni fa aveva introdotto sul mercato il primo e unico propulsore boxer alimentato a gasolio. Ha una gamma in gran parte composta da modelli a trazione integrale. E guarda al futuro con una certa fiducia, consapevole dei punti di forza dei suoi prodotti: affidabili, sicuri, pratici, versatili e, negli ultimi tempi, anche parsimoniosi nei consumi.
La Subaru è radicalmente cambiata negli ultimi anni, specie dopo l’abbandono dell’impegno nel Mondiale Rally che aveva portato il marchio delle Pleiadi a notorietà mondiale. Ma non i suoi prodotti, soprattutto quelli di punta, come Outback e Forester, che restano un riferimento nelle rispettive categorie per la bontà della loro tecnica e anche per un rapporto qualità-prestazioni-prezzo molto favorevole. Basti pensare che la Forester della nostra prova, top di gamma con cambio a variazione continua Lineartronic e 6 marce preimpostate e con il dispositivo EyeSight per monitorare il traffico e correggere eventuali errori di guida o di valutazione del conducente, costa 37.190 euro (solo il colore metallizzato è optional a 690 euro) mentre l’entry-level della gamma, denominato Style e dotato di cambio meccanico nonché di un equipaggiamento di serie meno ricco, si attesta a 29.990 euro.
La Forester si evolve di generazione in generazione (siamo al restyling della quarta, la prima risale al 1997; negli USA é già stata presentata la quinta che arriverà in Europa l’anno prossimo con minimi aggiornamenti estetici, infotainment rinnovato e solo con motori a benzina) ma resta sempre fedele a se stessa, con il suo stile inconfondibile, tra il minivan e la station wagon rialzata. Le dimensioni sono ancora compatte (4,6 metri di lunghezza per 1,8 di larghezza), perché con questa Subaru si deve andare dappertutto: sui sentieri alpini, soprattutto, ma anche su percorsi urbani nel classico commuting casa-ufficio-scuola dei bambini-palestra-casa. Ecco allora che la Forester si rivela maneggevole e, anche senza il brio delle versioni sovralimentate (le boxerdiesel sono più brillanti di quasi 2 secondi nello 0-100 km/h, complice una certa lentezza del cambio CVT abbinato al 2 litri benzina aspirato), si muove agilmente su ogni fondo, forte di un’altezza da terra rilevante (22 cm), di sbalzi contenuti (indizi di una naturale predisposizione al fuoristrada più impegnativo), di sospensioni caratterizzate da una notevole escursione e di un diametro di sterzata contenuto (10,6 metri tra marciapiedi per un’inversione di marcia a 180 gradi).
L’auto in prova appartiene alla generazione SJ, ristilizzata nel marzo del 2016: rivela una maggior sobrietà nel disegno del frontale e un buon equilibrio complessivo anche sul piano estetico. Il frontale verticale sottolinea la sua larghezza con i gusci trapezoidali dei fendinebbia con luci di svolta statiche e la modernità con il ricorso alle luci diurne a LED che si accompagnano ai proiettori allo xenon, forniti di serie; al centro della calandra dal perimetro cromato spicca il marchio delle Pleiadi (per chi non lo sapesse si tratta di un ammasso aperto di stelle visibile nella costellazione del Toro). Nella vista di profilo si apprezza la foggia inedita delle ruote in lega leggera da 18 pollici che equipaggiano l’allestimento di punta Unlimited, caratterizzato anche dalla presenza del tetto apribile in vetro a comando elettrico, una dotazione esclusiva di questa versione e non prevista neppure in opzione sul resto della gamma.
All’interno si colgono gli effetti del lavoro dei tecnici della Casa giapponese, sempre impegnati nel cercare di eguagliare la concorrenza tedesca quanto a finiture e qualità percepita. Quella che mostra Subaru è una qualità reale, costituita da materiali robusti, assemblati in modo accurato, e da un aspetto sobrio che non obbliga ad alcuna rinuncia in termini di dotazioni. Basti pensare che il sistema di infotainment si avvale di un monitor tattile da 7 pollici collegabile allo smartphone e compatibile con la piattaforma Siri per iPhone per sfruttarne i comandi vocali, mentre l’apparato EyeSight che monitora il traffico circostante per una guida più sicura e in parte assistita testimonia l’attenzione per la sicurezza in viaggio, rimarcata anche dalla visualizzazione dei limiti di velocità sulle mappe digitali di navigazione. Per l’aggiornamento della Forester si è fatto ancora di più: rivestimenti in plastica morbida schiumata sono stati dispensati generosamente con particolare attenzione alle zone dove arrivano più frequentemente le mani e le ginocchia degli occupanti, riducendo significativamente l’impressione di poca cura nei dettagli di allestimento che in passato alcune Subaru fornivano.
Su strada la Forester si fa apprezzare per la dolcezza di funzionamento del motore e del cambio ma anche per la silenziosità; la tipica sonorità del 2 litri boxer è quasi impercettibile e si accompagna a un soddisfacente isolamento dalle asperità dell’asfalto nonostante una taratura piuttosto rigida delle sospensioni. Anche questa Subaru si fa amare per l’accurata progettazione della parte meccanica: il motore a cilindri contrapposti contribuisce a tenere basso il baricentro, mentre la trazione integrale “simmetrica” che si accompagna a una corretta ripartizione delle masse sugli assali rende misurate e prevedibili le reazioni della vettura nei cambi di traiettoria e nei trasferimenti di carico. In fuoristrada la 4×4 del Sol Levante si fa valere anche in questa evoluzone dotata di cambio a variazione continua: la motricità è straordinaria anche su neve, fango o erba bagnata, mentre nelle condizioni di aderenza limite e in presenza di forti pendenze il tasto X-Mode fa intervenire l’elettronica per sopperire alla mancanza delle marce ridotte e del bloccaggio dei differenziali. Sulle Subaru più recenti è infatti sparito il Dual Range che caratterizzava fino a pochi anni fa tutti i modelli con cambio manuale e che fungeva da riduttore “leggero”. Con l’X-Mode si ottimizza l’erogazione della coppia, la sua distribuzione sugli assali, la risposta del cambio e l’intervento dei freni; inoltre grazie alla limitazione-regolazione della velocità in discesa si rende più agevole il controllo dell’auto su fondi molto scivolosi. Tutto questo ci consente di consigliare la Forester a un’ampia platea di utenti, sottolineando che il motore a benzina 2 litri da 150 CV li mette al riparo da eventuali blocchi alla circolazione e presenta consumi interessanti (la percorrenza media dichiarata è di 15 km/litro, replicabile guidando su strada extraurbane con una certa attenzione) a fronte di prestazioni turistiche.
Commenti