Al prezzo di una Volkswagen Polo più o meno accessoriata si può acquistare una piccola roadster dotata di robusta meccanica Citroën con cui divertirsi sulle strade secondarie. Allestita in Olanda a partire dalle 2CV e Dyane, giunge in Italia grazie all’impegno e all’intraprendenza di una struttura lombarda che ne cura l’importazione, l’assistenza e la distribuzione. Infinite le possibilità di personalizzazione
Nei suoi oltre settanta anni di vita la Citroën 2 CV si è trasformata in tutto ciò che è immaginabile, almeno su quattro ruote. Dalle evoluzioni ufficiali, come Dyane, Ami 6, Mehari, Ami 8, come le furgonette 2 CV AZ e Acadiane, ai modelli elaborati a partire dal motore bicilindrico e dal telaio a piattaforma. In tutti questi casi sono nate vetture dal fascino particolare, per stile, semplicità, polivalenza, qualità tecniche.
A inglobare tutte queste caratteristiche, queste virtù innate derivanti da un progetto per certi versi ancora oggi attuale, è la Burton, piccola convertibile creata in Olanda da un team di appassionati che sfruttano anziane 2 CV e Dyane malconce di carrozzeria per donar loro una nuova vita e ambizioni certamente sconosciute e imprevedibili per vetture concepite almeno tre decenni fa come evoluzioni di un’auto voluta a suo tempo per facilitare il lavoro nei campi ai contadini francesi.
Dall’auto “donor” (donatrice) deve provenire necessariamente il telaio (con il relativo numero, indispensabile per la reimmatricolazione), mentre tutto il resto può essere oggetto di personalizzazione nell’ottica di realizzare un esemplare unico o qualcosa del genere.
Il motore è il bicilindrico orizzontale raffreddato ad aria delle 2CV6 e delle Dyane 6 che, con i suoi 30 CV, offre prestazioni adeguate a differenza dell’unità di 435 cc della 2CV4.
La Burton infatti è una roadster sportiveggiante, grazie al suo peso molto contenuto pari a meno di 5 quintali a vuoto ottenuto con la complicità della carrozzeria aerodinamica in vetroresina, ispirata a quella delle convertibili degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta. Ne è prova il fatto che la Burton Car Company schiera il proprio team ufficiale alla 24 Ore di Spa Francorchamps.
Mentre in Olanda e in gran parte dell’Europa le Burton posso essere acquistate “chiavi in mano” o in scatola di montaggio, in Italia (e in qualche altro Paese, come Francia e Spagna) le normative locali impongono che l’auto sia venduta solo completamente assemblata, altrimenti non è possibile omologarla e quindi immatricolarla, anche se a far testo sarà poi il numero di telaio della vettura donatrice. Questa complicazione burocratica presenta però un aspetto positivo nel Belpaese: dal punto di vista formale, per gli uffici della Motorizzazione Civile la Burton è un’auto storica a tutti gli effetti, con almeno trent’anni di età sul libretto e tutto quel che ne deriva quanto a premi assicurativi ridotti, tassa di proprietà, parziale esenzione da eventuali blocchi della circolazione, iscrizione all’A.S.I..
In Italia la Burton è importata e distribuita dalla RJ Ricaboni Giuseppe, una struttura sita nelle campagne del Lodigiano nata per il restauro delle piccole Citroën, le 2CV, le Dyane, le Ami 6 e 8. Per reperire i ricambi, esaurite le disponibilità dei fornitori italiani, la famiglia Ricaboni si mise in contatto con la Burton Cars, ampiamente conosciuta e stimata per il suo magazzino di parti di ricambio originali, ricostruite o restaurate. E in quell’occasione vennero a conoscenza delle piccole roadster Burton, che decisero ben presto di importare.
Altrettanto rapidamente si resero conto del fatto che le Burton erano troppo “basiche” nelle configurazioni destinate ai clienti olandesi, belgi e inglesi. Basti pensare che per i sedili anteriori viene utilizzato il divano posteriore della 2CV, non proprio comodo.
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