Si fa presto a dire SUV, ma per esserlo realmente non basta una carrozzeria rialzata. La Dodge Durango offre le prestazioni da vettura sportiva,  la trazione di una vera 4×4, l’abitabilità di un Van e l’originalità di una vettura esclusiva

Proposta sul mercato italiano dall’eclettico importatore lombardo Cavauto nello show room di Monza dedicato alle auto d’oltre oceano, la Dodge Durango è una vettura che pur essendo creata espressamente per il mercato americano possiede molte caratteristiche che la rendono adatta anche al vecchio continente. Anzi, il fascino dell’originalità di un’auto che non capita di vedere frequentemente acuisce quel tocco esclusivo che rende un’automobile non tanto e non solo un mezzo di trasporto, ma qualcosa che trasmette agli altri parte del carattere di chi la possiede e la guida tutti i giorni.

Le dimensioni sono importanti ma non proibitive: cinque metri e dieci sono la lunghezza adeguata per una sette posti che voglia disporre ancora di un bagagliaio sufficientemente capiente e che, all’occorrenza abbattute le due file di sedili, permetta quasi di fare un trasloco.
Nel caso dell’esemplare provato, la colorazione total black conferisce la giusta grinta a questo SUV premium a stelle e strisce che oltre ai volumi interni offre anche prestazioni da grande sportiva che la differenziano dalla maggior parte delle proposte simili a cui siamo abituati in Europa. Inoltre, dettaglio non scontato, accanto alla sportività da primato questa muscle car americana ha ancora quelle dotazioni da autentica 4×4 sempre più rare al di qua dell’oceano, in particolare la possibilità di inserire il riduttore tra il cambio e la catena cinematica, soluzione ideale non solo in fuoristrada ma anche per il traino, altro plus del Durango che può trainare fino a 3.500 kg.

RAT_7963Sotto il cofano c’è il V8 392 HEMI da 5,7 litri (392 sono i pollici cubi) che eroga 360 CV a 5150 giri/minuto e 529 Nm di coppia massima a 4250. Oltre al sistema Variable Valve Timing (VVT valvole a fasatura variabile) il V8 dispone anche della tecnologia Fuel Saver che disattiva la metà dei cilindri ai regimi medio bassi e quando non c’è richiesta di carico sull’acceleratore per ridurre consumi ed emissioni.

L’esemplare in prova è equipaggiato con il moderno impianto Gpl prodotto dalla Prins, che offre il vantaggio, attraverso l’impiego d’iniettori in fase, di non dover impiegare centraline aggiuntive per la gestione del carburante alternativo. Con il serbatoio per il Gpl da 85 litri che si sommano agli oltre 93 di benzina l’autonomia è veramente elevata senza rinunciare all’ampio spazio del bagagliaio. Inoltre, il V8 HEMI è predisposto all’impiego dell’E85, il bieotanolo, cioè il carburante prodotto miscelando alla benzina (solo il 15%) l’85% di etanolo di origine naturale. L’accelerazione è da primato: la Dodge Durango R/T raggiunge i 100 km/h da fermo in soli 5,1 secondi, considerando la massa prossima ai 2500 kg si può comprendere la qualità del motore e l’ottimo servizio offerto dal cambio automatico TorqueFlite a 8 rapporti (l’eccellente ZF 8HP) con funzione manuale attraverso le convenzionali paddle dietro al volante.

RAT_8212Nell’abitacolo si ritrova il total black della carrozzeria, a partire dalla selleria in pelle con cuciture a vista rosse che si prolungano anche nei braccioli degli interni porta. Esclusi il cruscotto digitale e il display Uconnect da 8,4 pollici, gli unici elementi non neri sono le cromature delle cornici delle bocchette d’aerazione e del settore centrale della plancia che contiene comandi, pulsanti, manopole e display. Lontane dalla vista qualche placca in stile carbonio come intorno al devio luci. L’abitabilità e il comfort sono notevoli anche sul divano centrale, perfetto per due ma anche nel posto in mezzo, malgrado la presenza del tunnel di trasmissione, lo spazio non è troppo sacrificato. I due posti della terza fila sono veri e ben rialzati e consentono anche a persone di media statura di non avere le gambe troppo contratte. In configurazione cinque posti il vano di carico risulta veramente grande, 1340 litri perfettamente in piano, quanto offre una station wagon abbattendo il divano rimanendo con soli due posti.

Sedendosi al posto di guida si apprezzano subito le ampie regolazioni di sedile e volante e si riscoprono in due tasti, volume e sintonia nascosti dietro le razze che ci richiamano la parentela con Jeep. Eleganti e sportive le paddle del cambio, sempre dietro il volante, in acciaio satinato e non come spesso accade, in plastica. All’avviamento il borbottio sornione del V8 ci apre il cuore, accelerando a occhi chiusi rimbomba il caratteristico canto dallo stile americano che in Europa richiama molto la motonautica da competizione. L’erogazione è fluida e i cambi di marcia dell’efficiente ZF a 8 marce scorrono senza farsi percepire. Si viaggia piacevolmente con un filo di gas in autostrada come in città. L’iniziale timore reverenziale dovuto alle dimensioni importanti rapidamente viene sostituito dalla sensazione di sicurezza e solidità trasmessa dalla Dodge Durango. Lo sterzo è molto preciso e l’assetto della R/T, pur se meno sportivo di quello della cattiva SRT, non toglie comunque divertimento alla guida sportiva. Occorre avere sempre chiaro in mente la massa della vettura soprattutto quando ci si affida ai freni, sempre comunque potenti ed efficaci anche dopo un notevole strapazzo percorrendo in discesa una ripida strada di montagna. La tenuta di strada è sempre rassicurante, merito della trazione integrale ma anche dell’importante gommatura: 265/50 R20. La spalla /50 consente ancora qualche digressione lontano dai nastri asfaltati, pur riducendo la deriva nella guida sportiva: il giusto compromesso per un SUV a 360 gradi, sportivo su asfalto ma ancora agile in off-road soprattutto per la rara presenza del riduttore.

In sintesi, il Dodge Durango è veramente un SUV autentico: capiente ma realmente sportivo, velocissimo su asfalto ma efficace anche in fuoristrada, esclusivo come pochi e con costi d’esercizio non elevati per merito dell’impianto Gpl. What else?

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