Mentre presidenti e amministratori delegati del settore automotive stavano elucubrando possibili strategie in caso di repentino avvio della “Brexit”, a Monza nel weekend di metà luglio è andato in scena un weekend da autentico brivido per chi ha vissuto l’irresistibile supremazia italiana nello sport automobilistico degli anni Settanta e Ottanta.
ASA 2016, questo il nome dell’evento che ha richiamato nell’impianto brianteo i campioni del passato e le auto che hanno fatto la storia delle corse e dei successi del “made in Italy”, ha ricordato a tutti i presenti che solo trent’anni fa c’era un’Italia che vinceva tutte le settimane nelle corse e restava degnamente sotto i riflettori dei media a prescindere dai successi in Formula 1 della Ferrari, che sarebbero poi arrivati con il nuovo Millennio e l’era Schumacher. Vittorie targate Fiat Abarth, Alfa Romeo, Lancia. Con auto entrate ormai nella leggenda: dalle 124 e 131 primattrici nei rally (senza dimenticare le “tuttoavanti” 127 1050 e Ritmo 75 L, o le berline 124 e 125 Special) alle Fulvia Coupé HF1600, Stratos, Delta S4, HF4WD e le varie Integrale, passando per le Alfetta GTV, Turbodelta, GTV6.
Non solo una mostra statica: le auto sono state protagoniste di una parata da batticuore domenica pomeriggio, mentre i piloti di quel periodo ormai irripetibile hanno dato via a incontri e tavole rotonde, aperti a tutti, come un Parco Assistenza di un rally di trent’anni fa. E così, per gli appassionati cresciuti a pane e corse, si è presentata l’occasione più unica che rara di incontrare, salutare e chiedere autografi nella stessa giornata a Sandro Munari, Miki Biasion, Andrea Aghini, Maurizio Verini, Fulvio Bacchelli, Mauro Pregliasco, Tonino Tognana, Carlo Facetti, Markku Alen e i navigatori di quell’era magica, dai “mondiali” Christian Geistdoerfer e Ilkka Kiwimaki, alla francese “Biche” ai nostri Piero Sodano, Massimo De Antoni, “Checco” Rossetti solo per citarne alcuni.
Tante le auto di quel glorioso passato presenti in originale o… in copia, grandissimo il calore del pubblico. Grande assente: il Gruppo FIAT e il suo management.
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