Controcorrente rispetto a molte concorrenti, Mercedes-Benz crede ancora nelle monovolume di segmento C. L’anno scorso ha rinnovato la Classe B rendendola più filante e sportiva, arricchendola poi con le ultime novità tecnologiche che sono esordite sulla Classe A
Molti costruttori stanno sostituendo con dei SUV le proprie monovolume compatte e medie. Differente approccio ha utilizzato Mercedes-Benz per la terza serie dalla Classe B che lo scorso anno è stata tra le novità del Salone di Parigi. Non è un caso che anche il diretto concorrente tedesco abbia da qualche anno creato una monovolume media, persino a trazione anteriore. Evidentemente, al di là delle mode del momento le monovolume di segmento C tirano e continueranno a tirare.
Ciò premesso quest’ultima generazione di Classe B (sotto la sigla W247) si presenta con linee un po’ più affusolate rispetto a prima: l’insieme sembra più sportiveggiante. La calandra è più verticale e i parafanghi, a partire dai fari, sono più proiettati verso la parte centrale della vettura. Allo stesso tempo la maggiore inclinazione del lunotto posteriore, senza sacrificare la capacità di carico, chiude la vista posteriore con un portellone che è più tipico di un’hatchback che non di una monovolume. L’aspetto più sportivo è creato anche dalla linea di cintura che dal cofano tende a salire con una maggiore inclinazione rispetto al passato. Il vetro posteriore e soprattutto la terza luce all’altezza del bagagliaio risultano meno alti e chiudono con maggior slancio il profilo complessivo che disegna così un cuneo.
Ma una volta a bordo è la tecnologia a diventare protagonista: con l’introduzione del sistema MBUX Mercedes ha stabilito il nuovo benchmark in termini di interfaccia uomo-macchina. La possibilità di dialogare nel vero senso del termine con la vettura, all’inizio risulta emozionante ma presto diventa una comodità, soprattutto dal punto di vista della sicurezza, alla quale diventa poi difficile rinunciare. Tornare a doversi fermare per digitare una nuova destinazione sul navigatore, è un po’ come riprendere gli sci lunghi due metri e dritti come delle putrelle al posto dei moderni sciancrati. È vero, altri hanno sistemi di comando vocale per la navigazione o per il telefono, ma la naturalezza dell’MBUX va veramente oltre, crescendo di giorno in giorno nell’apprendimento delle nostre esigenze e delle nostre abitudini.
Non sarebbero da meno gli altri aspetti rilevanti, come l’ottimo milletre turbo benzina perfettamente accoppiato all’automatico doppia frizione a sette rapporti, parco nei consumi ma ancora brioso e progressivo. Anche l’assetto risulta perfettamente adeguato all’impiego: senza risultare troppo rigido, si lascia guidare anche con una certa grinta senza manifestare un eccessivo sovrasterzo. Ancora una volta è la tecnologia dell’abitacolo, specialmente nella configurazione più completa del cruscotto digitale che diventa tutt’uno fino al centro della plancia, ad affascinare non tanto e non solo chi sta alla guida. Così come l’interfaccia MBUX coinvolge piacevolmente tutti gli occupanti della vettura, quasi allo stesso modo anche lo schermo è in grado di catturare l’attenzione dei passeggeri.
Ci rimane solo il dubbio che la notevole capacità d’apprendimento non arrivi a sconfinare nella privacy di chi l’adopera. Se un giorno il solerte MBUX proponesse di effettuare l’abituale telefonata delle 19 al contatto “Teresa”, mentre quel giorno si sta portando moglie e suocera fuori a cena? Battute a parte la B ha Classe da vendere e, siamo sinceri, è piaciuta molto anche alle nostre mogli!
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