E quest’anno il mio quinto Tour de Corse! Per fortuna, perchè per via del Covid era già saltato anche il Marocco. Scoprire il Tour de Corse è stato emozionante. Il primo anno, nel 2013, non sapevo proprio orientarmi, ma mi ha stregata. E’ una gara dura e difficile, con strade guidatissime o velocissime (quanta quinta in Corsica!), con passaggi su ponticelli davvero stretti e mal messi, tanti bivi e inversioni con cambi di fondi e di ritmi. La mia Porsche (che poi non è mia, ma l’ho “soffiata” al mio sponsor nonché compagno, Maurizio Elia, che corre anche lui ma per fortuna a lui piacciono le Ford), vorrebbe due braccia forti, anche se i miei preparatori, i Melli Pentacar di Colico, mi fanno un assetto magico e quindi fatico meno. Credo che sia anche permalosa e se la prenda quando non la uso al meglio. Le prove lunghe del Tour de Corse sono le scommesse migliori. L’anno scorso una prova era di 55 km. Quest’anno tante prove nuove e molte dai 20 ai 30 km.
Per me non è tanto una sfida per la classifica quanto una sfida farcela. Fare bene una PS di 30 o 50 km, sopperendo con concentrazione massima alla carenza di prove e con cattiveria alla forza fisica che dopo tre tornanti è già alla frutta, è una soddisfazione. L’organizzazione mette a disposizione le note on-line, si fa un giro, qualche prova due passaggi, qualcuna nessuno. Quest’anno abbiamo usato delle altre note e abbiamo corretto così tanto che i fabbricanti di bianchetto potrebbero sponsorizzarmi. Ma un altro aspetto fondamentale è il regolamento, fatto per favorire chi ha dei problemi. In ogni momento, se riesci a mettere a posto la macchina, puoi rientrare in gara, godendo del guidare e dei costi investiti. Il problema più grande che ho avuto quest’anno è il solito: ogni tanto guido da coniglio fifone. Inoltre era la prima volta che avevo al mio fianco Serena Manca, e abbiamo lavorato molto anche sull’affiatamento, ma ce l’abbiamo fatta. Quando finisci una gara come questa, e sia i concorrenti con cui hai battagliato sia i loro meccanici vengono a farti i complimenti, per un po’ “voli”!
Luisa Zumelli
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